Un Senato che valuterà (speriamo) l'impatto delle politiche pubbliche
15/11/2014, Fabio → Riforme costituzionali | Commenti (0)
A settembre è iniziato alla Camera dei Deputati l'esame del disegno di legge costituzionale (A.C. 2613 e abb.) che riforma il Senato, superando l'attuale bicameralismo paritario, modifica il Titolo V della Parte seconda della Costituzione, sopprime ogni riferimento alle province nella Costituzione e dispone l'abolizione del Cnel. Nel nostro scaffale è disponibile un documento che riporta il testo già approvato in Senato.
L'articolo 55 assegna al nuovo Senato della Repubblica il compito di valutare le politiche pubbliche.
"Il Senato della Repubblica rappresenta le istituzioni territoriali. Concorre, paritariamente, nelle materie di cui agli articoli 29 e 32, secondo comma, nonché nei casi e secondo modalità stabilite dalla Costituzione, alla funzione legislativa ed esercita funzioni di raccordo tra l'Unione europea, lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica. Partecipa alle decisioni dirette alla formazione e all'attuazione degli atti normativi e delle politiche dell'Unione europea e ne valuta l'impatto. Valuta l'attività delle pubbliche amministrazioni, verifica l'attuazione delle leggi dello Stato, controlla e valuta le politiche pubbliche. Concorre a esprimere pareri sulle nomine di competenza del Governo nei casi previsti dalla legge."
Si tratta di una novità importante. A patto però che alle parole seguano i fatti e che il Senato si attrezzi ad esercitare davvero una rinnovata funzione di controllo sull'attuazione delle leggi e di valutazione dell'efficacia delle politiche. Qualche idea in proposito può provenire dall'esperienza maturata dalle assemblee regionali nell'ambito di progetto CAPIRe.